Nella continua ricerca di una Ricoh GR, famosa per la qualità dell’ottica e dei file ma dal costo esagerato, ho trovato ad un prezzo più che onesto una GXR con ben tre moduli:
- A12, sensore APSC da 12mp – 28mm equivalenti f2.5
- S10, sensore 1.7″ da 10mp – zoom 24-70 equivalente f2.5-4.4 VC (stabilizzato)
- A12 Mount, sensore APSC da 12mp con innesto per ottiche Leica M
Per chi non la conoscesse, la Ricoh GXR è stata una macchina modulare innovativa, prodotta dal 2009 al 2015, con un corpo dall’ottima ergonomia a cui si aggiungono i “moduli” ottimizzati che comprendono sensore e ottica. Unica pecca, come per la GR (e GRII), la mancanza di un mirino, fornito come optional (ottico per le GR ed elettronico per la GXR). Tutte le info sono disponibili online.
E così, essendo abbastanza allergico ai display, appena presa, ho montato il modulo A12 da 28mm ed il compattissimo mirino ottico Sigma VF-11 (28mm) che possiedo da diverso tempo.
Per una prova veloce mi sono recato nella solita Maciachini, prima che diventasse buio.
Impostazioni della macchina: MAF su “Snap Focus” 2.5 mt – diaframma f8 – iso Auto (max 1600) e monitor spento. Che bello! Sembrava di scattare in analogico utilizzando l’iperfocale… Si perché a f8 risulta a fuoco tutto da 1mt circa all’infinito e la macchina è sempre pronta a scattare.
Conversione raw (dng) in Lightroom con solito profilo BN personalizzato.
Le immagini all’aperto (200 iso – f8).
Un paio di prove a diaframmi più aperti (200 iso – f4.5 e 2.5). Come si nota, essendo un ottica grandangolare la profondità di campo è comunque elevata…
E nella metro, a 1600 iso (tranne la prima a 200 iso).
Per il momento posso ritenermi sodisfatto dell’acquisto, l’ottica da 28mm è abbastanza luminosa ma soprattutto nitida dal centro ai bordi estremi praticamente a qualsiasi diaframma, anche se ho notato una leggera tendenza alla sovraesposizione ai diaframmi più aperti, cosa comunque gestibile.
Nei prossimi giorni proverò gli altri due moduli, anche se, senza mirino, difficilmente li utilizzerò.
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